Maurizio Viazzi: “Il ruolo dei formatori della CAI”

Il coordinatore degli Osservatori della CAI ospite alla Sezione di Arezzo

Il 26 marzo la nostra Sezione ha avuto il piacere di ospitare Maurizio Viazzi, ex assistente di Serie A (che vanta la tripla cifra in termini di presenze nella massima categoria calcistica nazionale) e oggi in forza alla CAI a coordinamento degli osservatori.

Durante la riunione plenaria, tenuta online a causa della situazione pandemica, Maurizio ha spiegato ai presenti il lavoro della commissione arbitrale a “cuscinetto” tra quelle regionali e la Can D volendo sin da subito smontare alcuni luoghi comuni sugli osservatori e fonte di errore per il direttore di gara attraverso l’utilizzo di interessanti esempi video.

Infatti, uno degli errori spesso commesso dagli arbitri che giungono in questa categoria è quello di tenere soglie tecniche troppo alte nella gestione della partita, non tenendo conto del differente livello di agonismo con cui hanno a che fare tra una gara e l’altra ma solo del numero di falli fischiati. Ed è proprio questa scelta che compromette la gestione di una partita, con la creazione di focolai tra giocatori che a volte diventano irrisolvibili, se non con il cartellino rosso.

Gli arbitri che vogliono fare bene in questa categoria devono quindi continuare a fare le cose semplici, portandosi in campo tutti quei criteri ed elementi di valutazione maturati nel corso del tempo non solo nel rispettare il regolamento ma anche nel gestire le priorità relazionali con i giocatori. Per esempio, frequentemente capita che i direttori di gara vadano prima a rimproverare chi ha subito un fallo, magari anche fastidioso, solo perché protesta o si arrabbia con l’avversario anziché redarguire prontamente l’autore del fallo. Un buon arbitro alla CAI è invece quello che mantiene una lucida intelligenza nel rapportarsi con i giocatori, sviluppando le necessarie doti comunicative e arbitrando con il necessario entusiasmo, quest’ultimo motore di elementi importanti come la preparazione atletica, la lettura tattica e la freddezza nel valutare un fallo.

In quest’ottica, Maurizio ritiene che un buon osservatore alla CAI, nel contribuire all’amalgamata di arbitri provenienti dalle varie regioni che caratterizza questa commissione, deve mantenere prima di tutto il suo carattere di formatore, quindi non deve contare i falli fischiati né andare alla caccia dell’errore ma adottare una buona lettura della tecnica e della personalità espressa dall’arbitro durante tutto l’arco della partita.

Al termine dell’incontro, il relatore, ringraziato dal Presidente di Sezione Sauro Cerofolini per gli interessanti spunti emersi dalla sua presentazione e per il coinvolgimento di numerosi Associati nella discussione, ha voluto lanciare un messaggio ai fischietti aretini ripreso dal famoso film “Alla ricerca della Felicità” di Gabriele Muccino: “Non permettere a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa”. Specialmente in un periodo difficile come questo, caratterizzato da pochissime gare a disposizione degli arbitri più giovani, siamo convinti che questa frase e i principali elementi evidenziati da Viazzi durante la riunione, siano di sostegno a tutti per mantenere i sogni freschi nel cassetto e per essere pronti a ripartire nei mesi a venire.

Leonardo Rosini

Di Ennio